Il suo corpo è perfetto, una lunga cicatrice sul braccio, occhi tristi, pelle liscia color ambra. Felice mentre spara a raffica le sue bolle nella stanza.
-Amore che ci fai con le mutande, scrivici il tuo nome sul computer, no sullo specchio con il rossetto, dai!!!-
Un passo verso lo specchio è le mutande gli scivolano via, scrive il suo nome ma non si vede, si confonde fra il fumo e la luce rossa nella stanza.
Caldo umido, troppo caldo. Sulla specchiera bottiglie di profumo, alla parete fotografie: al colosseo, in una piazza e una cartolina con petali di rosa e due innamorati. Due letti disfatti, un armadio troppo grande per qualcuno che è arrivato da poco e che fra poco se ne andrà.
-Andiamo tutti in bagno.-
In la cucina, la padrona di casa dorme con un occhio aperto e un piccolo cane nero al guinzaglio.
Stanza lunga e stretta, piena di fumo.
-Stai su di lei, io non voglio, guarda come è bella.-
-Anche tu sei bella.-
L’immagine è mossa e buia, non si riconoscono ne le azioni ne gli attori.
Non c’è aria. Nello specchio però sono tutti felici e belli. Si confondono, fino a scomparire.
Fuori il duomo è inondato di luce.
Lei mi aspetta vicino alle poste, è sempre stata li da quando l’ho lasciata.
Apro il lucchetto.
Vado a casa.
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