Ogni santa domenica

Per chi a partecipato alla prima disastrosa vertigine targata driveIn 2012, per una visione alternata a ritmo dei tergicristalli, a ingoiare pop corn sotto un telo sorretto da solitari generosi automobilisti. DriveIn da 10 automobili che al rumore agonizzante di un generatore da 1kw nel silenzioso parcheggio di via faentina.. ordinatamente parcheggiati, ostinatamente sintonizzati, per chi ha brindato alla notte a spumante e nastro azzurro.
Per chi bagnato fino alle mutande, incastrato fra il portabagagli di un cangu e le portiere posteriori di un ambulanza tedesca, per chi proprio non se ne voleva andare a dormire e rimaneva incollato alle casse, al ticchettio. Goccioloni sulla lamiera si mescolavano a quella voce bassa e profonda mentre raccontava la cronaca di un tentativo di rianimazione visiva.
Scrosci di pianto acido alla periferia nord, appena prima delle villette e dei campi di ulivi c’รจ uno dei pochi “parcheggi da camper”, liberi e abitati tutto l’anno, appena fino a pochi mesi fa, ora in parte sgomberato dalle guardie municipali fa con la scusa del degrado. Ricordo.
Uno sfogo di primavera, goccioloni acidi dopo la siccita: in mezzo a tante lacrime era proprio difficile tenere aperti gli occhi del senso comune.
Del film parliamo poco perche per cosi poco e’ durato, poi tutto e’ scivolato in una comunicazione fra autoradio e lampeggianti, piu simile a un cambio gomme su una provinciale nebbiosa fra varese e sondrio. Certo non pareva una proiezione splatter quale sbagliando ci eravamo immaginati.
Sbagliare, sbadigliare al drivein poi medicarsi: il drivein come uno dei tanti collirio soluzione acquosa pulisce lo squardo e in un attimo passa via, temporaneo e lenitivo,
in silenzio senza lasciare traccia, scompare nella notte portandosi dietro solo quel pizzico di consapevolezza in piu che gli era neccessario per proseguire.

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