scheffel strasse #1


L’altro ieri martedi 20 aprile qui al wagenplatz e’ stata una giornata di sole, e io ho mollato tutto e misono messo a cazzeggiare davanti al vagone del polacco,Modi, lui aveva il suo vagone nuovo, appena comprato (80eu) tutto da coibentare, io invece ero li in cerca di svago, di onesto cazzeggio. Non andavo piu in polonia con la mia amichetta , tutto rimandato per colpa di una maledetta nuvola vulcanica di cui manco sapevo niente che aveva bloccato gli aerei negli aereoporti. Abbiamo mangiato e segato un enorme tronco d’albero, poi sull’inerzia di numerose canne e di quel solicino caldo mi son messo a cucire una toppina nera per chiudere le buche che si formano a volte sulla mia giacca: la toppina e’ nera nera con un moscone ingrandito colore rosso spento che pare un animale preistorico , l’ho cucita precisa all’altezza della tasca sinistra, che costeggia la cerniera. Quando ho finito era quasi ora di cena , a quel punto s’e alzato un vento forte e caldo, arrivava una burrasca: cielo indaco cupo sopra di noi e luminoso all’orizzonte, una luce innaturale quando annusi che a momenti sta per succedere qualcosa, l’erba ondeggiava di un verde acceso, dopo poco e’ venuto giu il mondo. Ho fatto una gran corsa a riprendere il tabacco e ho ritirato il bucato dal filo, poi mi son chiuso al calduccio ad ascoltare la pioggia che sferzava il suolo e la lamiera del furgone. Il giorno seguente era arrivata la primavera: le nuvole cospargevano il cielo multiformi, vortici di vento repentini mutavano il bello e il cattivo, gli alberi oramai verdi frusciavano e la superficie dello spree sembrava cosi viva e impetuosa che a momenti pareva il tevere . Era arrivata la primavera : c’era solo il dettaglio che la temperatura non era salita di un grado, mattina ore 9 io vagavo in bicicletta stordito, non avevo vogllia di fare nulla, la mattina del mercoledi 21, le mani in tasca congelate, la bici macinava la strada lentamente oltre ostkreuz, in quella lingua isolata di citta che sta fra lo spree e la ferrovia, lunga e sottile e anonima lingua di citta, fatta di palazzine anonime e interi isolati di edifici a mattoni rossi, sembrava di stare a boston periferia sud nelle case popolari dove stanno le fasce debboli (neri latinos vecchi prostitute e truzzi). Pedalavo a caso, sapevo che fra quelle case circa ci abitava un M.P. con cui organizzare na cenetta, ma era un’informazione futile, secondaria , in realta non lo stavo cercando non volevo incontrare proprio nessuno, pedalavo e ascoltavo la musica dall’mp3. Entro in un fornaio, fo colazione mi scaldo, fo una telefonata in italia e poi di nuovo via in quel vento luminoso e freddo delle 10 di mattina. Passo un incrocio distratto senza mani sul manubrio, un camionista mi grazia, un po lo spavento un po il freddo alle mani mi riprendo un attimo e sviluppo un piano per sfangare la giornata: alla fine opto per una 3 ore di sauna 9euro. Mi rinchiudo li e spengo il cervello, ogni tanto lo riaccendo per vedere una parolina nuova sul vocabolario di tedesco , per il resto sudo, sudo e basta. La sauna a quell’ora (pranzo) era evidentemente ritrovo di gay, ma io innocente come una verginella non ci fo caso al principio. Passata n’oretta un signore sulla 50ina attacca a farmi piedino , eravamo io e lui nudi dentro la sauna a 85° soli con la signora che passava in quel momento a mettere l’aroma balsamico nel vapore della sauna. La presenza di lei creava un gioco segreto fra me e lui, lo vedevo sempre piu eccitato e determinato appena accanto a me. Passa due minuti e la signora esce, rimaniamo soli, a me mi viene da ridere dall’imbarazzo, rido. Lui ha voglia e si mette a massaggiarmi i piedi. Ora in una sauna a 85° tutto con la pelle super pulita e lucidissima di sudore e quel potente aroma balsamico che ti brucia nei polmoni, ricevere un massaggio ai piedi fatto bene e’ un piacere di cui e’ difficile privarsi, per questo quando il tipo comincia a mettersi il mio alluce in bocca e a stropicciarselo addosso io lo invito a proseguire il massagio e a non lasciarsi annientare completamente da quell’impulso erotico. Per un po quel fragile gioco va avanti, non sono eccitato pero sono come in trance, finalmente la pace dei sensi, un contatto umano cosi rilassante era proprio quello che cercavo, forse mi stavo lavando via un po di quel senso di morte , chissa. lui a una certa, come c’era da aspettarsi se’ arreso, eccitatissimo col suo aguillone fra le gambe e c’ha provato fino a che non mi e’ rimasto altra scelta che gentilmente salutarlo e uscire fuori a respirare. Uff, stavo per svenire dal caldo. Per il resto della giornata ho ripensato a quello scambio di contatto fisico e quel pensiero mi procurava automaticamente benessere. Di li piano piano mi sono ricalato in mezzo alla gente qui di schefell strasse e tutto ha rirpeso una conformazione meno aliena, meno truce, che strani giochi che fa mettere assieme la lontananza da casa, la vicinanza erotica di un contatto sconosciuto e la morte di una persona cara.
scheffel strasse, lichtenberg, belin
Boards Of Canada – 02 – Amo Bishop Roden

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