To be continued…

Ricompare il gelosia, aspetta ancora un anno a vendere la tua vecchia auto, da noi le potrai volere bene ancora per un altro po, ancora un po.

Passato un altro inverno, a lavorare a guardare films dal letto prima di addormentarsi, parcheggi che tornano parcheggi, Case che rimangono case . Il secondo anno del drive-in arriva annunciato come un antico male proveniente da est, monotono e appestante . Ampiamente rimaneggiato lo staff tecnico entra in una parte a copione, il compito: non far rimpiangere il primo drive-in per tutto quel fedelissimo gruppo di solitari inquinanti sporadici chiamati “il pubblico”. Cosi come un film nato senza idee, anzi nato dall’idea di un film precedente arriva il sequel, arriva ed ha un nome non suo, lo ha ereditato dal primo della serie, insieme al sottotitolo “esperimento commerciale”.
E allora il budget va a coprire le lacune d’entusiasmo. Gli attori meno affidabili o soltanto volati via, salutati in qualche autogrill di frontiera, vengono ad uno ad uno rimpiazzati da controfigure che gli somigliano alla meno peggio. Il mestiere di qualche abile tecnico artigiano pagato bene, va a colmare lacune di talento. E’ cosi, mano a mano che il soggetto, la morale della storia, la sorte dei protagonisti perde di interesse, ecco allora che piccoli trucchi di scena invadono il set nella convinzione che finche un filone manda pepite d’oro, nanoparticelle d’oro, e’ bene non sputare in faccia alla buona sorte e continuare a setacciare e setacciare. (Crisi = setacciare e setacciare). Ed e’ cosi che vengono allo scoperto quei paradossi e quegli angoli oscuri e risvolti tragicomici che nel primo della serie si era preferito non mostrare, perche equivoci o rischiosi. Ecco che, nudamente, brutale lo stupore diventa normalita, la paura diventa violenza, l’amore diventa noia. Un segreto scontato che suona piu come un avvertimento: Nessuna retorica resiste al sequel.

**In data 26-Apr-2012 la Paramount Pictures annuncia che Tom Cruise, orami 50enne e’ stato ufficialmente ingaggiato per girare ‘Top Gun 2’ prima di ‘Mission: Impossible 5’, parola di Adam Goodman, presidente del Paramount Film Group.

Disadattati misantropi verrete al drive-in col cervello in folle, e ci tornerete ancora, vicini, fianco a fianco lascierete le vostre patenti magnetiche sui cruscotti e affonderete le mani nella fessura del sedile, sotto il vostro culo alla ricerca di una sigaretta sgualcita, di un bigliettino d’amore, di una multa chissa . Cosi stretti stretti, sentirete il rumore di foglie e l’autoradio sara il vento. Eppure cosi isolati , al borbottare di un diesel, e una sirena in lontananza vi riportera in questa assurda realta, dove l’azzurro e’ il colore del lampeggiante e il rosso un segnale d’arresto. Cosi automuniti. Dal portabagagli spunta un pleid muccato, il posacenere pieno di centesimini, ogni tanto uno sguardo all’orologio sopra il cruscotto. Sognare di volare è scivolarsi comodi su di un parabrezza perlinato, rumore del tergicristallo. Lo sai? ti fa le venature sul collo, il rumore del tempo, la bocca parla per smorfie al di la del finestrino, due file di macchine piu in la, tu difendi con la postura della schiena il tuo posto di coopilota, non sembri affatto a conoscenza del mio sguardo . Attrito, la finta pelle dello sterzo. Le pause morte dei titoli di testa, gomiti allungati sulla portiera. A spiare la macchina dietro allo specchietto, indolenti guidatori, anabbaglianti ventole e variatori, leve acustiche e bottoni luminosi, linee al fosforo, sbrinatori, multi scatto, multi velocita registi in coda, non hanno necessita a dialogare, comandano mezzi.

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