Fuck this city!

Pure noi del drivein abbiamo un esploratore: vi ricordate il furgone dei pompieri?(secondo mezzo del drivein gelosia 2011)
Riceviamo e siamo super felici e onorati anzi di pubblicare:
Fuck this city! Fuck this filthy air!
Let’s build a-frames in the woods and just live there
We’ll all eat berries and burn fires every night
Forget this mistake we call modern life

Defiance, Ohio
Nella regione più verde d’Italia, sul finire degli anni ’70, giunsero a insediarsi in comunità differenti svariate qualità di fricchettoni; alcuni di loro, originari del Sud della Germania, comprarono un tot di ettari e un paio di fattorie intorno a un paese noto per essere il più bello del mondo: Montegabbione. Nel giro di qualche anno, parallelamente al volgere dei destini della lotta politica nella BDR, amici sempre più strani e lontani arrivarono in visita e a volte rimasero; tra questi ultimi uno, che per comodità chiameremo Gunther, inconsapevole esportatore di un bauwagen leben ante litteram, si mise in testa una modalità di sussistenza piuttosto bizzarra per le coordinate geografiche e storiche in cui si trovava: attaccato un mulo a un rimorchio agricolo adeguatamente modificato, girò per tutti gli anni ’80 nelle campagne umbre, portando in giro un Zirkus fatto di conigli e galline, piccola prestidigitazione e clownerie. I locali che oggi hanno quasi 30 anni ricordano di essersi emozionati, spaventati e divertiti ogni volta che in paese arrivava il carrozzone di Gunther.

Più recentemente, anche noi abbiamo abbandonato la città nelle mani di coloro che visceralmente la volevano, lasciato le case a chi credeva di potersele permettere, delegato l’economia ai pasionarios in fondo incapaci d’altro. La società a cui aderiamo non ha bisogno di essere creata dalle ceneri di nessun’altra, e già vive di una comunanza di bisogni e immaginazione che unisce punti di una costellazione mutevole, in una memoria da portarsi dietro come stimolo costante, a scaldare il cuore. Il nomadismo è il nostro stato mentale, e quando siamo fermi, lontani, fremiamo di desiderio per riportarci nel turbine del movimento; da che ne abbiamo preso consapevolezza, la nostra condizione è quella degli esuli, cacciati per disomogeneità innegabile, per eterna incoerenza. In effetti, siamo capaci di non deludere solo chi non pensa per categorie: famiglia, casa, lavoro, solidarietà, rivoluzione sono parole dentro le quali abbiamo spesso trovato l’incomprensione altrui, mai noi stessi. E invece, ogni volta che ci siamo spostati, la frattura dell’esilio si è ricomposta naturalmente, strada facendo.

Dall’incontro di queste due storie nasce il nostro attuale stazionamento, a Monteleone d’Orvieto, 410 m. s.l.m., un carrozzone da restaurare (radicalmente), ospitalità delle migliori, e un percorso in almeno due fasi, che denomineremo “GUNTA Projekt”, di cui l’ora e il qui sono solo la prima. Le righe che seguono valgano a insufficiente spiegazione, piuttosto e soprattutto invito.
*Fase A, 9 maggio/ 19 luglio 2012: carpentieri, progettisti, nullafacenti, tecnici, fuochisti, saldatori e… un campeggio, a Monteleone, di restauro e riflessioni, preparazioni, idee, Kinderspielplatz, frequenti escursioni a est e ovest, e chi più ne ha.

Ad adesso possiamo solo immaginare, non certo progettare quale possa essere l’approdo naturale di una fase A divertita e di successo, e dunque ecco una proposta, salvo che d’inverno ci si riposa, sotto la neve.
*Fase B, 30 aprile/ 30 settembre 2013?: vagabondi, suonatori, pagliacci, accattoni, camperisti, inventori e… un tour, a bassissima velocità, evitando le città, di paese in paese dall’Umbria alle valli alpine, e chi vivrà.

In particolare, rispetto ad altri esperimenti di nomadismo ed esilio, o autoesilio, in cui ugualmente lo spettacolo è teso non a intrattenere ma a trattenere un inarrestabile moto, fermandosi sempre solo il tempo che si vuole, sempre solo per ripartire (il circo, gli artisti di strada, il Drive-in Gelosia), GUNTA Projekt si augura contatti curiosi, scambi e visite senza cortesia, rivendicandosi tuttavia specificità particolari, quali ad esempio:
1. la fuga dalla città: villaggi, campagne, montagne
2. l’abbassamento della velocità: zero fretta, trazione animale, no tav
3. la minimalizzazione dei consumi: poco carburante, poca 220v, Pom Poko
4. la progettualità a lungo termine: ricostruzione del bauwagen, crescita dei bambini, ricerca del Valhalla alpino, e, in mezzo, migliaia di strade

Chiudiamo fornendo una tabella delle distanze da Monteleone, muovendo sulla direttrice EO (vedi *Fase A) preferibilmente per strade provinciali. Grazie, e a presto.

Fabro Scalo
(stazione fs Fabro-Ficulle)
6 km
S. Casciano dei Bagni
(terme)
25
Santa Fiora
(monte Amiata)
60
Petriolo
(torrente Farma)
120
Monte Argentario
(mar Tirreno)
130
Norcia
(monti Sibillini)
135
Senigallia
(mar Adriatico)
180

Contatti e info: perifete@gmail.com

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