carovane #1 : Mann und Frau ( diario di bordo – berlin – 2012 ) Cap. 6


Capitolo 6 mcdrive
Possibile che Cico avesse perso il pulmann? L’avevano sentito appena poche ore prima, – Munchen e’ veramente il posto piu pieno di banche e poliziotti d’europa.- Dopo 3 ore di appostamenti Sberla cominciava ad innervosirsi.
Stazione degli autobus di monaco ore 6 di mattina, un furgone beige e’ parcheggiato dietro il ponte della soprelevata, dentro Sberla si distrae leggendo un fumetto punx, una pentola gorgoglia su fornello piena di legumi da almeno un ora, Guasto e’ fuori, sta cercando di capire gli arrivi, ma alla stazione degli autobus di notte non c’e ufficio informazioni, non un display luminoso, niente. Solo gente che dorme ammassata sulle panchine di metallo ai lati del parcheggio. Guasto e’ ancora in pigiama, si e’ svegliato alle 3 di notte per arrivare puntuale all’appuntamento col Cico. Si muove trascinando le scarpe slacciate come uno zombie.
Stazione degli autobus, ore 8 del mattino, arrivo del pulman della zagabrianlines , Cico e’ a bordo, e’ esausto ha fatto 10 ore di pulmann con le gambe schiacciate dal sedile davanti. 20 minuti dopo il furgone beige lentamente manovra per uscire dalla periferia di munchen, direzione nord mentre Cico senza dire una parola lascia la zona di guida e si distende di dietro sul letto. Non ricomparira per almeno 5 ore, al confine con la cechia.
Notte fonda, un prolungato ticchettio sulla lamiera segnala che fuori pioviggina, ma dentro nessuno sembra curarsene pensa Guasto mentre scruta le ombre mobili degli alberi sulla superficie opaca della botola. Pancia all’insu si aggiusta sul cuscino, ogni suo movimento produce impercettibili oscillazioni dei panierini pensili appesi alle mensole del furgone, sul letto alla sua destra Sberla, alla sua sinistra Cico , incastonati con le ginocchia tipo i pezzi di un tretris. Russano entrambi come mantici, Guasto ha il sonno leggero questa mattina, troppi pensieri che gli affollano i sogni: ha un leggero broncio su volto, sopporta paziente la situazione acoltando come si accordano i diversi toni di rantoli notturni, nient tace tutto russa. Ogni tanto tortura un po Sberla con cui ha piu confidenza per accordarlo al ritmo di quel gran torace valdarnese di Cico. A un certo punto Cico si butta su a sedere a occhi chiusi emettendo un forte grido: oooohoohohohooooo. -Fingo di dormire – pensa Guasto e rimane immobile con gli occhi socchiusi a spiare il ricciuto compagno di letto. Questi rimane a sedere immobile, d’improvviso a occhi aperti, come se si fosse auto-svegliato col suo stesso grido, sul suo volto un’espressione del tipo: dove sono? chi sono questi 2 nel letto? cosa fo adesso?. Dopo un paio di minuti buoni di ambientazione, Cico si alza e si mette a preparare la macchinetta dell espresso, la calma ricomincia a fluire. Quel gesto di mettere su il caffe e sciaquare 2 tazze appartiene a Cico gli viene da pensare al Guasto ancora a letto intento a fingere di dormire, lo fa tutte le maledette mattine e’ sempre lui il primo, ne ha un bisogno disperato.
Ognuno di noi nella sua testa ha un idea di metropoli – pensa Sberla, – c’e chi associa la metropoli a uno stile di vita atomizzato, alla solitudine, a un modo per cambiare pelle e far perdere le proprie tracce, chi la associa alla vita notturna e al senso di appartenenza a una comunita piu ampia di persone , piu informale. Chi associa la metropoli semplicemente a una ruota infinita di possibilita, una potente droga fatta quotidiano, una suggestione come vivere nella giungla amazzonica, Cico associa la metropoli al viaggio, alla frontiera al passaggio di contatti, la metropoli come un enorme snodo logistico, un getaway dalle molteplici possibilita.
Sberla non aveva dubbi, quell’inquietudine che faceva girare Cico come una trottola impazzita era una allucinazione sulla motilita nella metropoli. Cico dal canto suo alimentava queste fantasiose concetture spendendo la meta della suo tempo a camminare per stazioni dei treni, parcheggi di autobus, internet point, chiamate verso l’italia. In quella settimana passata coi goodfellas del drivein gelosia Cico rimase permanetemente proiettato verso questo genere di infrastrutture, d’altronde questo non gli impedi di farsi kilometri a piedi, visitare il fiume spree, altro importante snodo di navigazione. Arrivare ad Alexanderplatz ed immaginarsi ogni sorta di scalata di imprenditoria dada per conquistarsi un posto al sole nella citta del muro. Cico il valdarnese errante, cinico e creativo, accompagnava le giornate della collaudata coppia Sberla + Guasto a una certa distanza ma , e questo va sottolineato, con infinita premura e un pizzico di follia, il che tutto sommato non guasta mai. Ribattezzato mister epatite nella crew del drivein si specializzo in : lavavetri lavapiatti, lavapanni, cuoco valdarnese di spaghetti. Capito’ di assaporare dei magistrali wustelini speziati cucinati dal Cico utilizzando per il soffritto aromatici oli essenziali dedicati ai massaggi dimenticati meandri del furgone ma ancora piu fantasiose furono delle piccole assurde fissazioni che venivano fuori cosi, all’improvviso , come delle smagliature di assurdo nel dialogo collettivo di viaggiatori, tipo . Ricorda il Guasto – Le volte che si entrava in un lidl tutti assieme lui si fissava sui prezzi delle zucchine che , certo erano bassi, e allora doveva comprare le zucchine e che le zucchine le offriva lui, allora io gli ripetevo che le zucchine gia le avevamo nel furgone e che non c’era bisogno e mi toccava insistere perche lui avava gia deciso: le doveva prendere. – Oppure – continua Guasto – le volte che riceveva un qualche gesto di ospitalita come membro del drivein lui doveva tradirlo, contraddirlo, sgamarlo, invalidarlo e a modo suo riconquistarlo , esempio quando si monto’ la tenda nel giardino del festival, in mezzo ai tendoni da circo. Claire l’organizzatrice del festival gli spiegava dove trovare delle chiavi per rincasare la sera tardi. Io facevo da interprete fra i due poiche cico e l’inglese sono due universi che non si intersecano tanto, lui di rimando mi chiedeva di tradurre a claire che tanto lui avrebbe pure scavalcato la recinzione dalla strada, perche preferiva cosi… Guasto aggiunge – io certamente evitavo di tradurre, pareva offensivo da parte nostra chiedere di entrare dalla finestra nel momento in cui ti mostrano le chiavi della porta.-
Cico il viaggiatore errante umile e un po psicopatico, dolce e cupo, un giorno ci ebbe a spiegare ricorda Sberla che lui le cose le faceva ma non aveva bisogno di vantarsene, di pubblicizzarle, di lasciare una traccia.
Quello spunto malcelava una critica al Guasto e alla sua tendenza un po civettuola a mettersi in mostra, a rivendicarsi il suo drivein-mondo come una creatura sua e di chi ci stava dentro. Ecco, a cico sta dicotomia dentro-fuori proprio non piaceva, lui come una amelie al maschile , imbruttita e un po segnata dalla vita continuava ad aiutare e aiutare senza pero voler partecipare veramente, rimanendo ben volentieri fuori nell’ombra.
Cico torno’ a casa, in Italia nel suo valdarno , in un sabato mattina dopo una lunga lunga notte di festeggiamenti lasciando nella dispensa una spesa abbondante, con wustel speziati e zucchine in abbondanza e si diresse con le prime luci dell’alba alla stazione di ostbanhof, li ad aspettarlo c’era una maestrina tedesca contattata su internet con la sua golf rossa che lo monto su e lo condusse giu giu, fino a Bologna in men che non si dica.
Ma la sua presenza canzonatoria e un po oscura, violenta a tratti, rimase con i nostri eroi per tutto il proseguo del viaggio, che partito nel candore di un viaggio di nozze fra Sberla e il Guasto, di li a poco si comincio a macchaire di piccoli crimini come furti al supermercato, attacchinaggi abusivi, graffitaggi, contese politico-ormonali con lesbiche ubriache, mercanteggi nel sottobosco del festival per due spiccioli di rimborso in piu, comincio insomma a sporcarsi col colore delle banconote, della saliva, dei succhi gastrici dei suoi spasimanti.
Sul viaggio di ritorno Guasto e Sberla oramai manager di se stessi in compagnia di Selena, una valida organizzatrice d’eventi, donna di porto e dalle mille sfaccettature, decisero che finalmente era andato tutto bene, che era giunto il momento di rilassarsi. Quello con cui i due non fecero i conti, fu proprio un presagio, che Cico non era piu con loro ma il suo spirito come dicevo li avvolgeva, adesso che eravamo in strada piu che mai, come un ombra di folle inquietudine. La giornata volgeva al termine berlino lontana piu di 500 km era oramai un ricordo, rallentarono e sentirono l’impulso un po liberatorio di trasgredire unito ad un certo appetito. Allora, come nel piu classico dei film horror, si dissero sai che c’e’ ? e perche non ci concediamo un fuori programma in mezzo alla campagna sperduta? una bella cena al MCdonald, a mangare bigmac alla faccia di tutti. E cosi fecero gli incauti. consumarono in un luogo deserto in mezzo alla regione del Magdeburgo in una costruzione prefabbricata isolata circondata dalle pale eoliche, popolata da pochi metallari locali. Per la notte si decisero a fermarsi a dormire li, nel parcheggio. Alla mattina Guasto come al solito si sveglio’ per primo e affacciandosi al finestrino del furgone beige si ricordo’ dove avevano deciso di parcheggiare. Si mise a sedere e cosi appena sveglio registro gli avvenimenti che avvenivano fuori senza farci molto caso. Vide la campagna sperduta magdeburghese sulla quale campeggiava altissima l’insegna del mcdonalds, vide il parcheggio dove stavano parcheggiati, era affollato di metallari locali. Entravano nel mcdonalds alla spicciolata sembravano sconvolti, come appena usciti da un concerto, da un raduno chissa. Entrarono tutti i metallari e nel parcheggio rimasero solo 3 tipi vestiti di nero con cappellino e tatuaggi. Uno di loro era sdraiato nel mezzo al parcheggio su di un fianco. Recitava a voce alta una sorta di poesia, era sbronzo. Guasto rimase ad ammirare questa scena ipnotizzato dalla noncuranza con cui questo tizio e i suoi due compari appoggiati alla loro audi bianca facevano quello che volevano di fronte ad un mcdonald tedesco. Dopo alcuni secondi usci fuori l’inserviente del mcdonald, sembrava pure lui appena svegliato, un giovane di robot con vistosa radio auricolare all’orecchio e divisa macdonalads venne subito a redarguire il ragazzone disteso che lentamente si rialzo’ per meglio prenderlo a male parole, arrivo pure l’amico dall’audi bianca, che gli spiego col linguaggio delle mani che li loro potevano fare quello che volevano e che era meglio che rientrasse a lavorare e non badasse troppo a loro. Rimasti di nuovo soli i tre dell’audi bianca rivolsero l’attenzione verso Guasto che nel frattempo era uscito vestito in toni coi capelli sparati e la schiena a pezzi da 24 ore di guida. Guasto saltellava nel parcheggio e si stirava la schiena con elastici allungamenti, accompagnati da una respirazione profonda che solo al risveglio il suo esile corpo riesce a erogare. Il Guasto si senti addosso quegli occhi e venne attraversato da un gran brutto presentimento, quindi si appoggio lentamente al cofano del suo furgone guardando i 3 per capire da loro di che morte sarebbe dovuto morire. La golf stava parcheggiato esattamente di fronte al furgone a appena 6 mt di distanza, i tre appoggiati al tettino della macchiana sembravano schermirlo. Poi uno comincio rivolgendosi a lui urlando – ehi superstarr ehi superstarr !!- e dicendo in piu altre parole in tedesco che guasto non comprendeva. Evidentemente avevano gia notato la targa italiana del furgone quando il tipo col cappellino, che pareva un po il capo comincio a urlargli: Do you like Mussolini? Mussolini ya yaaa ehi superstar doyoulike Mussolinni? Pronunciava quel nome con accento straniero, sembrava tutto cosi surreale e anche cosi inevitabilmente gia scritto, l’ennesimo fatto di cronaca locale nella remota provincia della Germania est. Guasto per quanto appena svegliato capi d’essere finito del mirino di tre giovani grossi nazzisti locali, pero, per quanto consapevole del rischio si senti pietrificato dalla rabbia e comincio contro la sua stessa volonta a rispondere con un gesto lento del capo da destraa sinistra, a trasmettere un deciso e pacato No I dont like Mussolini. Questi 3 insistevano con le battute in tedesco e si stavano scaldando quando un provvidenziale Sberla s’affaccio al finestrino e, compresa all’istante la gravita della situazione, distolse Guasto con un secco , – Dai Guasto e’ il momento che andiamo , non credi? – che non lasciava spazio a repliche. Guasto si distolse da tutto quell odio che gli stava salendo alle tempie e in un attimo realizzo dell’amico e della splendida Selena che se ne stava comodamente dormendo nel letto ancora sotto le coperte. Dette le spalle ai 3 nazzi e sali sul potente furgone. Partirono in pochi secondi e comincio un piccolo inseguimento che si protrasse fino all’ingresso in autostrada . Ma sulle 4 ruote i tre erano meno spavaldi che nel parcheggio poiche in caso di impatto col potente mercedes della audi non sarebbe rimasto che un bel bel poster di lamiera del fuhrer. Fu cosi che i 3 arrivarono sani e salvi all’ultima colazione del loro viaggio senza nemmeno aver capito esattamente cosa avessero rischiato in quel mcdonalds ne perche, poi lasciarono quella regione di enormi macchinari agricoli e le loro orme si persero nel ronzio dei mulini a vento e nessuno chiese piu niente di dove venissero quei forestieri e che cosa fossero venuti a fare, a cercar grane in quella regione di orchi e boscaioli.

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